La cibofobia assume sempre più interesse nella nostra società. Affrontiamo, quindi, il discorso su cos’è e come si supera la paura del cibo.
Molto spesso può essere confusa con il disgusto, ma la cibofobia vera e propria è una condizione patologica. Le cause che la determinano possono essere varie, così come le sue conseguenze. Ciò che è certo è che scatena un vero e proprio timore nei confronti di un certo alimento o una certa famiglia di cibi. Sempre più esperti si ritrovano a dover fronteggiare l’insorgenza di questo fenomeno, che provoca l’allontanamento o il rifiuto del cibo. Inoltre, tendono a svilupparsi sempre più forme diverse di fobie alimentari.
Cibofobia: cos’è e come si manifesta
Questo fenomeno sorge quando la vista o il contatto con un determinato alimento provoca una vera e propria fobia. Un termine che viene utilizzato per identificare la presenza di paura e ansia in un individuo, abbinate a una serie di emozioni negative. La cibofobia, come tutte le altre, va classificata come disturbo d’ansia. In questo caso, però, l’oggetto che scatena questa condizione è un cibo ben determinato.
Il tutto può avere inizio quando lo si tocca o lo si mangia, o solamente vedendolo. Come conseguenza si possono avere sintomi somatici o fisici, tra cui nausea, vertigini, aumento della frequenza cardiaca. In automatico, scatta un senso di protezione verso se stessi, che induce ad assumere comportamenti disfunzionali. Questi possono essere il sottrarsi a un pasto o evitare di ingerire un determinato alimento o una famiglia di cibi.
Le cause della cibofobia
La paura di mangiare, come tutte le altre condizioni fobiche, è spesso associata a un determinato evento. Solitamente, ha origine da a un momento traumatico della vita dell’individuo. Un evento, quindi, che segna quasi permanentemente il rapporto con quel determinato alimento.
Il tutto ha inizio dal fatto che si associa un cibo a sensazioni negative. Ad esempio, è molto importante riconoscere quando doversi fermare. Ingerire sotto pressione o sotto sforzo un determinato alimento, può portare a nausee o conati di vomito. La conseguenza può essere talmente traumatica, da rimanere impressa nella mente dell’individuo. Altre volte, invece, la causa di un evento traumatico può partire da un virus intestinale. Se il suo manifestarsi coincide con l’assunzione e – poi – il rigetto di un alimento, allora si andrà sempre ad associare sensazioni negative a quel determinato prodotto.
Quali sono le fobie alimentari più strane?
Al giorno d’oggi, vi sono vari tipi di cibofobia. Ciascuno di questi è legato a un alimento in particolare o una famiglia di cibi. Alcuni hanno persino un vero e proprio nome, anche se non scientifico. Può capitare di essere affetti da Alliumfobia, ovvero la paura dell’aglio, o da Lacanofobia, cioè quella per le verdure, passando per l’Arachibutirofobia, quella per il burro di arachidi.
La più strana può sembrare la Xocolatofobia, cioè la paura per il dolce cioccolato, ma esiste anche Mycofobia, ovvero quella dei funghi. Ad ogni modo, il gusto è un senso molto personale e nessuno condivide identiche preferenze alimentari. Per questo motivo, c’è chi può avere paura di mangiare tutti i frutti o solo uno in particolare, oppure chi prova uno stato d’ansia alla vista dei pomodori. Vi sono, poi, la fagofobia, che è legata alla paura dei cibi solidi, oppure la neofobia, quella associata ad alimenti nuovi.
Come combattere la fobia del cibo
Esisto vari modi per neutralizzare la cibofobia. In alcuni casi, i più lievi, l’individuo può farcela attraverso un semplice lavoro su se stesso. La reintroduzione di un cibo in una dieta parte dall’analisi dell’evento traumatico che ha dato origine alla fobia. Soltanto capendo i significati che vengono associati al prodotto e lavorando sulle sensazioni negative che esso provoca, può essere superata la paura. Nei casi più importanti, invece, si ha bisogno di un professionista, al quale affidarsi per esaminare i motivi che ci sono alla base della fobia. Anche la farmacoterapia può essere una soluzione valida, almeno per abbassare i livelli di tensione.
Bisogna fare molta attenzione che questo stato non porti a inutili sprechi alimentari da combattere.